- Un testo, qualsiasi sia la sua destinazione, ha sempre un esordio (l'incipit) ed un finale (epilogo).
- Tra l’esordio e l’epilogo ci sta… tutto il resto del testo.
- Potremmo chiamare questa parte centrale lo sviluppo di quanto è stato avanzato (o proposto, o supposto) nell’incipit.
- Fatto sta che è difficile riuscire a descrivere i modi e le forme tipiche con cui scrivere "il resto" di un testo, giornalistico e non solo giornalistico.
- Succede un po’ come le partite di scacchi: esistono istruzioni per l’uso abbastanza precise che vi spiegano come aprire una partita e come chiuderla, non ne esistono di precise su come condurla "nel mezzo". Le possibilità sono infatti infinite.
- Diciamo comunque che un testo deve avere un inizio, un centro, una fine e che queste parti devono essere equilibrate (un incipit non può essere più lungo dello sviluppo centrale), ma soprattutto devono essere connesse tra loro.
- A dirlo sembra facile ma facile non è.
Cerchiamo allora di capire in cosa consiste questa connessione tra le parti di un testo.
COERENZA
- Un testo deve essere consequenziale (per esempio sul piano logico e/o cronologico) e non saltare di palo in frasca. Quando parliamo spesso lo facciamo, ma quando scriviamo dobbiamo evitarlo, non dobbiamo mai perdere il filo del discorso.
COESIONE
- Un testo deve essere coeso nel senso che devono esistere collegamenti che garantiscano i 'ponti' tra i vari pezzi del testo. Chiameremo questi collegamenti le viti, i chiodi e le cerniere del testo.
PROGRESSIONE
- Un testo deve svilupparsi, deve avere una sua linea, una sua trama, o parabola. Se per esempio io intendo dimostrare una certa tesi dovrò procedere con un certo ordine, per tappe o gradini, e non ammucchiare i miei argomenti alla rinfusa.
Di seguito alcuni modi classici per ordinare linearmente il proprio discorso:
- dalle premesse alle conclusioni
- dal prima al dopo
- dal generale al particolare (o viceversa)
- dal semplice al complesso
- dalla causa all’effetto
- dal vecchio al nuovo
UN ESEMPIO PRATICO
- per uscire dall’ambito teorico facciamo subito un esempio:
- "Da quest’anno gli automobilisti cinesi potranno beneficiare dell’agopuntura mentre guidano. E’ stato infatti messo in vendita uno speciale cuscino elettrico, a vibrazioni, in grado di alleviare la fatica del guidatore. Studiato da esperti cinesi di agopuntura, questo dispositivo si è già rivelato efficace nel ridurre gli incidenti stradali dovuti a una eccessiva fatica o stanchezza degli automobilisti. Il cuscino, prodotto da una ditta di Pechino, è stato diffuso in 135.000 pezzi destinati al mercato interno. Ma già alcune aziende francesi, tedesche e americane ne hanno chiesto la licenza per produrlo e destinarlo agli automobilisti occidentali".
OSSERVIAMO
- Tutte le informazioni riguardano lo stesso argomento: il cuscino elettrico.
- Notiamo poi che i pezzi sono collegati tra loro secondo un ordine di successione che, in alcuni casi, è vincolante (se invertiamo la posizione delle due frasi che compongono il primo capoverso il discorso non fila più).
- Alcune espressioni servono a garantire i legami tra i pezzi del discorso; per esempio "infatti", "questo dispositivo", "il cuscino", "ma".
- Infine: il discorso ‘progredisce’ spostandosi dal piano dell’efficacia sociale e individuale (il cuscino fa bene ai guidatori e previene gli incidenti) a quello economico (si vende tanto), dalla prospettiva cinese a quella occidentale: il cuscino elettrico si sta per diffondere in Europa.
CONCLUDENDO
- Un buon testo giornalistico, e non solo, dovrebbe presentare le caratteristiche sopra elencate.
- Naturalmente più la scaletta di partenza sarà forte e più vi sarà facile rispettare questi criteri di coerenza/coesione/progressione interna al testo.
- Tuttavia quando si passa dalla fase dell’ideazione a quella della stesura si possono incontrare difficoltà.
- Per esempio non sempre risulta agevole trascorrere da un argomento all’altro, legando i pensieri (il testo risulta allora segmentato, spezzato).
- A questo proposito vi esorto a concentrarvi sulla divisione in paragrafi (o capoversi).
Vedi anche: 'I dossier di Tabloid', supplemento al n°5, maggio 2004, a cura di Paola Pastacaldi.
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