25/01/08

PERCHE' LEGGERE UN GIORNALE?

  • Il motivo per leggere un giornale dipende naturalmente dal tipo di giornale, oppure dal tipo di rubrica all'interno dello stesso giornale, a cui il lettore dedica il suo tempo.
  • Per avere un esempio pratico si potrebbe pensare a uno che legge un quotidiano di sport e a un altro che legge una testata di seria informazione politica.

- il motivo del primo per prendere in mano il giornale sarà quello di poterne parlare con i suoi amici;
- il sentimento che spinge l'altro a leggere può essere un impegno socio-politico.

  • In entrambi i casi però il motivo di base è l'esigenza dell'informazione.
  • La maggior parte del pubblico si aspetta da un giornale, oltre alla diffusione di informazioni quotidiane, anche la capacità di scoprire delle realtà nascoste, cioè di svelare dei segreti.
  • L'attività principale del giornalista è infatti quella di essere ' sentinella della comunità', di riferire tutto ciò che accade per permettere ai cittadini di sviluppare un loro senso critico, in modo che stabiliscano quello che gli piace, quello che non gli piace e come comportarsi per cambiare le cose.

A COSA SERVE

  • Un giornale ha il compito di informare, di divertire e distrarre, ma ha anche una funzione sociale, cioè offre ogni giorno argomenti per scambi e conversazioni.
  • Le discussioni e i discorsi quotidiani sono infatti influenzati dalle informazioni trasmesse dai giornali.

LA LETTURA

  • La lettura di un giornale si distingue dalla lettura o visione dei prodotti di altri canali dell'informazione (TV e Radio).
  • Le dimensioni degli articoli variano a seconda del soggetto trattato, dell'importanza dell'argomento, dalla necessità di colpire l'attenzione del lettore.
  • Teoricamente più un articolo è lungo più è ricco: quindi gli articoli più lunghi sono dedicati ad argomenti di una certa rilevanza che necessitano di approfondimento.
  • E' vero anche che un articolo, proprio perché breve, viene letto tutto d'un fiato, mentre se è troppo lungo viene letto saltando qua e là.
  • In realtà, breve o lungo che sia, un articolo viene letto tutto, lentamente e con senso critico solo se è molto interessante.
  • Comunque sia quando si scrive bisogna ricordarsi che il lettore non interrompe mai la lettura di un articolo per poi riprenderla.
  • Quindi la ricezione dell'informazione contenuta nell'articolo si svolge in un arco di tempo limitato: quello che il lettore può, decide, riesce a dedicare alla lettura dell'articolo.Se poi si considera la periodicità dell'informazione offerta dai quotidiani, ci si rende conto che il lettore viene ogni giorno confrontato, per non dire 'bombardato', da una quantità di notizie non indifferente.
  • Ciò non favorisce una lettura lenta e approfondita, e quindi lo stesso articolo non viene letto quasi mai più di una volta.

IL TEMPO DI LETTURA

  • Il tempo di lettura, cioè il tempo di cui il lettore ha bisogno per leggere un intero articolo, è un fattore di grande rilievo per un giornale.
  • La quantità dell'informazione induce il pubblico a leggere piuttosto in fretta e a non voler essere troppo impegnato da un articolo.
  • Perciò il giornale deve assicurare che la lettura non richieda troppo tempo se vuole attirare il più grande numero possibile di lettori.

QUESTIONE DI STILE

  • C'è un forte legame tra lo stile linguistico dell'articolo e il tempo di lettura impiegato dal lettore.
  • Se le frasi sono composte da molte proposizioni e subordinate il tempo aumenta.
  • Uno stile paratattico invece diminuisce l'impegno del lettore.
  • Anche una maggiore coesione all'interno dell'articolo, realizzata per esempio attraverso la ripetizione delle parole chiave, favorisce una comprensione più rapida.
  • Di conseguenza la scelta lessicale dei giornalisti spesso è caratterizzata dall'uso di parole brevi e di uso comune, e anche la sintassi non di rado è oggetto di semplificazioni.
  • Questi periodi brevi e di stile telegrafico sono densi di informazione, ma contengono anche delle generalizzazioni e delle imprecisioni che favoriscono delle deduzioni da parte del lettore, che sfumano la realtà. Una tecnica che alcuni giornalisti usano per indurre il lettore a determinate conclusioni.
  • Infatti se mancano delle informazione tocca al lettore riempire questi "buchi semantici", e alla fine l'evento di cui ha parlato l'articolo viene parzialmente ricostruito dal lettore stesso.

COMUNICAZIONE A SENSO UNICO

  • La stampa, come ogni altro mezzo di informazione di massa, stabilisce una forma di comunicazione definita 'a senso unico', in quanto l'emittente, cioè colui che dà informazioni, è sempre lo stesso: il giornale.
  • Non si ha insomma quella forma di comunicazione ideale che si insatura tra due persone quando si scambiano reciprocamente il ruolo di emittente e di ricevente. La stampa infatti rende fissi i due ruoli: il giornale trasmette informazioni, il lettore li riceve.
  • Ma un piccolo spazio d'intervento esiste in quasi tutti i quotidiani anche per il lettore. Si tratta delle lettere inviate dai lettori ai giornali per esprimere il loro parere sui fatti d' attualità o su ciò che viene pubblicato. E' ovviamente di uno spazio molto limitato.
  • Non tutte le lettere vengono pubblicate: nella redazione di ogni giornale, infatti, si selezionano quelle che dovranno apparire, mentre le altre vengono "cestinate" (eliminate cioè come le carte inutili che finiscono nel cestino).
  • A volte a qualcuna di queste lettere segue una risposta data dal direttore del giornale o dalla redazione, o da qualche giornalista o da una personalità chiamata in causa dall'autore di quella data lettera. Si stabilisce così una breve comunicazione a doppio senso: dal lettore al giornale e dal giornale al lettore.

Vedi anche: 'I dossier di Tabloid', supplemento al n°5, maggio 2004, a cura di Paola Pastacaldi.

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