- La titolazione di un articolo è composta genericamente da quattro elementi:
- l'occhiello, una frase che dà senso alla denuncia stringata del titolo contestualizzandola. In pratica si tratta di un titoletto sopra il titolo, che ha il compito di introdurlo.
- il titolo, nel quale viene fornita al lettore l'essenza dell'argomento trattato: una frase graficamente in maggiore evidenza, che ha il compito di dare la notizia.
- il sottotitolo o sommario, che riassume il contenuto per quelli che preferiscono una lettura veloce. E' simile all'occhiello, di solito però redatto su più righe e collocato sotto il titolo, sotto la foto o incassato nel testo. La sua funzione è chiarire la notizia.
- il catenaccio, che riprende dichiarazioni o punti caldi del pezzo e li evidenzia all'occhio del lettore per richiamarne l'attenzione. Si tratta di un vero e proprio secondo titolo, di solito sistemato sotto il sommario, in un riquadro bianco. Il catenaccio mette l’accento su un aspetto importante della notizia.
- L’unico elemento che non può mai mancare è ovviamente il titolo, invece occhiello, sommario e catenaccio possono o non possono esserci.
- L’obiettivo primario da raggiungere è quello di offrire al lettore una sintesi accattivante che lo invogli a leggere l'articolo o che, per lo meno gliene offra una brevissima sintesi.
- Tenendo conto del fatto che il lettore medio scorre il giornale più che leggerlo, è molto probabile che la sua informazione su molti argomenti derivi più dalla lettura del titolo che da quella dell'articolo.
- Ne risulta che la titolazione diventa un elemento informativo di grande importanza.
- Per questo spesso è sottratto al giornalista, che comunque prima di scrivere un pezzo redige sempre una bozza di titolo, ed curato direttamente dal comitato di redazione del giornale che tendenzialmente lo formula in modo da offrire, insieme alla notizia, alcuni elementi anche interpretativi della notizia stessa.
L'IMPORTANZA DEL TITOLO
- La titolazione è importantissima perché la maggior parte dei lettori sfoglia il giornale prima di approfondire la lettura.
- Senza dubbio i titoli influenzano fortemente il processo selettivo del lettore, che solo in un secondo passo si dedica alla lettura vera e propria degli articoli.
- I titoli assumono quindi il compito di allettare i lettori.
- Per risvegliare la curiosità del lettore si usano moduli sintattici e lessicali non usuali.
- Parole brevi e persino monosillabi, giochi di parole, discorsi diretti e figure retoriche come l'inversione, l'ellissi, l'allitterazione o la metonimia. Tutte figure retoriche.
- I titoli assomigliano così agli slogan pubblicitari.
CARATTERISTICHE TIPOGRAFICHE
- Oltre a questi mezzi linguistici anche le caratteristiche tipografiche attraggono l'interesse del lettore.
- I caratteri della titolatura sono molto più grandi di quelli del corpo dell'articolo e garantiscono la percezione da parte del lettore anche se egli sfoglia velocemente il giornale.
- Il titolo non è importante solo perché crea l'interesse dei lettori, ma anche perché influenza l'interpretazione e la memorizzazione di tutto l'articolo seguente.
- La composizione del titolo attiva un certo campo semantico che crea delle aspettative nel lettore, e che lo guida nella sua interpretazione del testo che sta per leggere.
- L'informazione del titolo orienta il lettore nel classificare l'informazione centrale del testo seguente offrendo questa 'griglia', che può essere chiamata topic.
- La forma del titolo segnala già di quale tipo sarà probabilmente il contenuto dell'articolo: il lettore capisce subito il valore drammatico di un titolo che si espande per tutta la pagina, anche se non ha ancora percepito il messaggio linguistico.
- Questa capacità di guida interpretativa del titolo è favorita dalla sua precedenza cronologica, ossia dalla sua posizione all'inizio dell'articolo.
- Un altro fatto che sostiene la funzione di guida interpretativa del titolo è la maggiore possibilità di essere riletto e così memorizzato meglio.
LA TITOLAZIONE ALL'INTERNO DEL TESTO
- E' costituita da parole-chiave che servono a distinguere varie parti dell'articolo e a rompere la monotonia di una lettura ininterrotta.
- La scelta delle parole-chiave è importante quanto la formulazione del titolo principale, perché accentua certe parti della notizia piuttosto che altre, e dirige l'interpretazione dell'informazione offerta.
CATEGORIE
- Da un punto di vista formale i titoli si dividono in due categorie:
- titoli caldi, detti ad effetto o emotivi, che danno la notizia in maniera diretta (ad es. 'FALCONE ASSASSINATO') o che puntano sugli aspetti emozionali collegati alla notizia stessa (appartengono a questa categoria molti titoli ad una sola parola, tipo TERREMOTO o DISASTRO AEREO ecc).
- titoli freddi, detti informativi, che puntano di più su dati di fatto (ad es. 'FUGA DI GAS', 'CROLLA UNA PALAZZINA'). Sempre più usati, inoltre, i titoli che riportano stralci sintetici di dichiarazioni dei protagonisti della notizia stessa (ad es. <<....>>, dichiarazione di musulmani moderati sulla legge francese che vieta l'esibizione di abbigliamento di tipo confessionale).
LO STILE
- Nei titoli e all'inizio degli articoli prevalgono i nomi, il che ha una funzione esplicativa: è possibile spiegare di più in meno spazio, non utilizzando troppi verbi che spesso non risultano necessari per fornire delle informazioni nuove.
- Dovendo infatti sintetizzare al massimo la notizia, prevale generalmente lo stile nominale (senza verbi espressi come 'UN ESAME DI STATO ANCHE PER LA LICENZA MEDIA', che sottintende CI SARA' oppure 'AUTO BOMBE E AGGUATI, IRAQ NEL SANGUE', che sottintende SI SONO VERIFICATI ATTENTATI CON).
- Sono molto usati:
- modi di dire;
- giochi di parole (calembour);
- titoli di film;
- citazioni letterarie;
- una dichiarazione forte;
- interrogativi;
- frasi-paradosso.
- L'intento è quello di incuriosire il lettore, ma anche di orientare la sua interpretazione.
- Si cerca anche di gratificare chi legge, presentandogli una frase che non può essere decodificata senza una qualche conoscenza culturale.
- Invece di prolungare il discorso con i verbi, esplicitando ogni dettaglio, l'autore può fidarsi della capacità del lettore di immaginarsi ciò che non è detto.
- Questa sintesi dell'informazione serve a coinvolgere l'attenzione del lettore che di solito non vuole leggere troppo.
- Lo stile nominale viene applicato in molti altri prodotti testuali, come per esempio nei testi scientifici-informativi, ma anche in modo meno teorico nel gergo militare, dove i comandi devono essere brevi e chiari, ma nondimeno completi.
LE FIGURE RETORICHE
- I titoli danno spazio a un massiccio uso di figure retoriche e di costruzioni lessicali e sintattiche non usuali.
- Una di queste figure, che serve soprattutto a una formulazione breve ed espressiva del titolo, è la metonimia, ossia la sostituzione di una parola con un'altra che è semanticamente legata alla prima.
- Così il titolo "Putin trionfa, Casa Bianca critica" fa chiaro che si parla di una controversia tra uomini politici rispettivamente della Russia e degli Stati Uniti, anche se i due paesi non vengono esplicitati.
- E se leggiamo "Morandi: Sanremo non deve morire" sappiamo subito che il cantante si riferisce al festival musicale di Sanremo, sebbene sia menzionato solo il luogo dove si tiene il festival.
- Anche il titolo "L'Africa all'Auditorium" segnala senza dubbi il concerto di un gruppo africano che si tiene sul palcoscenico dell'Auditorium di Roma, e non la presenza di tutta l'Africa in questo luogo.
L'USO DEI DISCORSI DIRETTI
- La presenza di citazioni già nel titolo aumenta la credibilità di ciò che è descritto nel testo accentuando che non è stato il giornale ad inventarsi l'informazione successiva, ma che essa si basa su ciò che hanno detto dei personaggi coinvolti nella vicenda.
- Il titolo "Martino:'Temo attacchi virulenti'" ha un'aria autorevole e convincente visto che è stato il ministro della Difesa della scorsa legislatura che ha formulato questa frase.
- "Bush: 'Tocca a Bin Laden'" è un altro esempio che mostra l'effetto del discorso diretto nel titolo: Si usufruisce del ruolo già etichettato del presidente statunitense di essere il cacciatore dei terroristi, e oltre a ciò si personalizza tutta la vicenda. La battaglia contro il terrorismo non è più un'operazione multilaterale ed internazionale, ma diventa interesse personale del presidente Bush, il che sottolinea la grande responsabilità che egli sembra assumersi.
DOMANDA - RISPOSTA
- Molto spesso nei titoli si ritrova una formulazione del tipo domanda-risposta.
- I seguenti esempi fanno vedere come il giornale ponga una domanda (magari una domanda che si fa anche la maggior parte del pubblico) a cui dà subito dopo la risposta:
- "L'affare? Grande distribuzione o vendita diretta"
- "Le visite? Si fanno a 200 all'ora"
- "I 150 km orari? Frenano"
- "La città? Sicura , ma non troppo"
- E' un modo abbastanza facile di introdurre l'argomento centrale, nell'interrogativa, e a riassumere l'informazione offerta dal giornale nella risposta.
- Questo tipo di formulazione ha un effetto simile a quello dei discorsi diretti: si ha l'impressione che sia stato intervistato qualcuno che in questo articolo risponde alla domanda che gli è stata posta.
L'ELLISSI
- Genericamente l'uso dello stile nominale è un metodo per rendere "telegrafici" i titoli e per comunicare più informazione tramite un numero molto limitato di parole.
- Ma lo stile nominale non porta sempre ad una formulazione breve, anzi, ci sono anche dei titoli che, pur non essendo muniti di nessun verbo, sono piuttosto lunghi, cioè composti da otto parole o più:
- "Il meteorologo: neve a Natale, Capodanno al gelo"
- "Risate sotto l'albero: da Montesano al 'Trio', fino al 'duo' di Zelig"
- "Mancini nei guai: contro i nerazzuri out Peruzzi, Inzaghi e Giannichedda"
- Lo stile nominale si distingue dalla figura retorica dell'ellissi per il fatto che non manca solo il verbo, ma che i nomi vengono usati in modo eccessivo. Come abbiamo visto i titoli possono così diventare abbastanza lunghi, mentre invece l'ellissi spesso è una proposizione molto corta.
FUNZIONI COMUNICATIVE
- Un titolo può avere, al di là dell0 scopo puramente informativo, anche:
- una funzione espressiva: tutte le volte che cerca di sollecitare emozioni nel ricevente (usando parole ad effetto o puntando sugli aspetti più tragici di una vicenda: dire 'ATTENTATO: STRAGE DI CIVILI' è diverso che dire 'ATTENTATO: 12 MORTI').
- una funzione imperativa: tutte le volte che formula una valutazione alla quale indirettamente chiede al lettore di aderire. Da questo punto di vista risulta molto importante l'uso dell'aggettivazione e la scelta delle parole (è diverso titolare 'GRANDE INDUSTRIA: PERSI 19 MILA POSTI DI LAVORO' oppure 'LA GRANDE INDUSTRIA SFORNA 19 MILA DISOCCUPATI IN PIÙ'. Allo stesso modo è diverso dire 'L'ECONOMIA ITALIANA RISTAGNA' oppure 'LA RIPRESA SI FA ATTENDERE' oppure 'SEVERO MONITO DEL QUIRINALE' rispetto a 'IL RICHIAMO DEL QUIRINALE' in relazione ad un discorso del presidente della repubblica sulle vicende politiche.
Vedi anche: 'I dossier di Tabloid', supplemento al n°5, maggio 2004, a cura di Paola Pastacaldi.
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