- E' arrivato il momento di scrivere il nostro pezzo.
- Da dove partiamo?
- Ma dall'inizio, naturalmente.
- Attenzione però. Mentre tutto il resto dell'articolo sarà costruito rispettando abbastanza fedelmente la scaletta, l'inizio (o incipit) è una vostra creazione.
- Con l'incipit vi giocate l'attenzione e l'interesse del lettore.
- Sono poche righe ma strategiche, che devono fare centro, che devono colpirlo, incuriosirlo.
- Dunque un buon inizio, un buon lead è davvero metà del vostro pezzo.
To lead in inglese significa "guidare". Ebbene con l'attacco del pezzo voi guidate il lettore alla sua comprensione. Lo mettete sul binario giusto. Gli date la chiave per capirvi.
LA REGOLA DELLE 5 W+ 1H
- L'attacco giornalistico classico, di origine anglosassone, è quello basato sulle cinque W. Ricordiamole:
- WHO? CHI?
- WHERE? DOVE?
- WHEN? QUANDO?
- WHAT? CHE COSA?
- WHY? PERCHÉ?
- HOW?COME?
TIPI DI ATTACCO
Nelle prime cinque righe il giornalista dovrebbe (ma non è obbligatorio) rispondere a tutte queste domande. E per farlo spesso si parte subito con una presentazione del personaggio principale, colto dal vivo, in movimento e a partire da certi particolari di effetto. Ci sono però altre possibilità ed ognuna di esse ottiene sull'ipotetico lettore effetti diversi. Vediamo quali sono! Possiamo iniziare il nostro articolo con:
- Una enunciazione o una situazione - quando il punto di partenza del nostro articolo è l'enunciazione del fatto o di un particolare del fatto (situazione) diminuisce l'imparzialità. L'intero pezzo sarà letto sotto l'influenza dell'informazione iniziale.
- Una dichiarazione - ovvero inizio in medias res, teatrale, ad effetto. Il risultato è quello di drammatizzare la notizia. Attenzione: la dichiarazione riportata nell'incipit non esprime il punto di vista dell'articolista ma quello di un protagonista, di un testimone, di un osservatore, comunque di parte. Nel corso del pezzo verranno perciò presentati anche altri punti di vista, citati o riassunti.
- Un interrogativo - questo genere di incipit ottiene sempre l'effetto di trasformare un fatto di cronaca in un problema collettivo. Mira a coinvolgere il lettore, quasi rivolgendosi direttamente a lui. Quel che conta non è tanto l'avvenimento in sé e per sé ma le riflessioni che provoca. Quello che era un incipit troppo "tagliato", adesso diventa il punto d'avvio d'una inchiesta, d'un dibattito, d'una questione aperta.
MENÙ DI INCIPIT
Naturalmente non esistono solo questi modi per dar vita ad un pezzo giornalistico. Ne esistono tanti altri, probabilmente infiniti (una modalità può mescolarsi con l'altra). Qualche avvertenza però prima di cominciare:
- non siate troppo scolastici e meccanici;
- non tutte le introduzioni rientrano perfettamente in una di queste categorie;
- alcune sono del tutto originali (e non per questo peggiori);
- l’importante è avere dei modelli di riferimento;
- si può sempre cambiare, trasformare, contaminare.
- 1. Introduzione-sintesi (che ricorda il lead basato sulle cinque W). Una delle più comuni in tutti i tipi di testo, non solo giornalistici. Essa riassume l’argomento o la tesi dello scritto.
esempio:
- "L’effetto serra, il buco dell’ozono, le piogge acide sono le calamità di carattere generale che – a quanto pare – ci minacciano più da vicino. Tutti giorni i giornali riferiscono…"
- 2. Introduzione con aneddoto (che ricorda il lead basato sulla situazione). Si parte con una scena, un aneddoto, un esempio.
Così un articolo dedicato alla diffusione delle "armi leggere" nel mondo:
- "L’aereo doveva trasportare aiuti umanitari per i civili travolti da uno dei tanti conflitti che si combattono in giro per il mondo. Difficile trovare una copertura migliore, accanto alle casse dei medicinali furono stivate casse in tutto simili, non fosse stato per il contenuto: fucili mitragliatori Ak-47".
Il tema del pezzo è generale ma per richiamare l’attenzione del lettore si parte da un episodio specifico, che vale come esempio d’una certa tendenza o fenomeno.
- 3. Introduzione-citazione (che ricorda il lead basato sulla dichiarazione). Può trattarsi di un proverbio, di qualche verso di un poeta o della frase pronunciata da una persona più o meno nota. E’ importante che il contenuto della citazione venga ben collegato con l’argomento del testo (a volte qualcuno per fare sfoggio di cultura butta lì delle belle frasi che però non c’entrano tanto con il resto).
Ecco un caso semplice ma efficace. Si tratta della citazione d’un vecchio proverbio: "Il nemico del mio nemico è mio amico".
- La formula è ben conosciuta. Applicata di frequente nel corso delle rivalità di potere tra gli Stati, si adatta particolarmente al Medio Oriente, una zona strategica perennemente instabile per quanto riguarda sia i regimi, sia i rapporti frontalieri.
- 4. Introduzione con brevi affermazioni. E’ tipica di uno stile giornalistico secco, fatto di piccole frasi giustapposte.
Ecco un esempio tratto dal Diario (1.9.1999):
- "Michele a sedici anni aveva già commesso quindici reati, dal furto era passato allo scippo e poi allo spaccio di stupefacenti. Uscito dal carcere cominciò a rapinare i supermercati. Oggi ha vent’anni ed è di nuovo in galera per associazione a delinquere di stampo mafioso".
- 5. Introduzione-analogia. Instaura un confronto tra il tema dello scritto e un’altra situazione. Lo scopo è di spiegare il proprio problema sfruttando un contesto simile che possa attirare l’attenzione iniziale del lettore.
Per esempio:
- "Nessuno spreca il fiato per lodare l’aria e l’ossigeno. Almeno finché respira. Si lodano i benefici dell’aria, quando l’ossigeno manca, e cioè quando l’afa o l’asma insidia la respirazione. Così è per tutte le cose di questo mondo. E dunque anche per la democrazia" (Europeo, 13.9.1991).
- 6. Introduzione con ricordi, associazioni o reazioni personali. Si propongono qui, in apertura, emozioni o ricordi o propositi suscitati dal fatto o dalla situazione di cui si parla.
Ecco per esempio come comincia la recensione di un libro:
- "Mi ritornava alla mente una vecchia canzone dei Beatles, che diceva - non mi piaci ma ti amo -mentre leggevo la raccolta di racconti di William Goyen. Il libro riferisce…".
Questa introduzione ha il merito di essere leggera, ma non deve essere tirata troppo in lungo. In fondo il lettore non vuole sapere i fatti vostri, vuole essere informato.
Vedi anche: 'I dossier di Tabloid', supplemento al n°5, maggio 2004, a cura di Paola Pastacaldi
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