25/01/08

IL GIORNALISMO SI NUTRE DI DOVERI

  • Il diritto all’informazione è dettato dall’articolo 21 della nostra Costituzione: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, e ogni altro mezzo di diffusione".
  • Questo non vuol dire che un giornalista possa scrivere ciò che vuole e tutto quello che pensa.
  • Nell'esercitare la sua professione il buon giornalista deve rispettare delle regole.
  • Dettiamone alcune...

VADEMECUM

Un buon giornalista quando scrive deve sempre garantire:

  1. il rispetto della dignità della persona
  2. il rispetto della verità sostanziale dei fatti
  3. l’essenzialità dell’informazione
  4. la separazione tra pubblicità e notizie pubblicità

QUESTIONE DI PROFESSIONALITÀ

  • Un buon giornalista deve essere preparato. La laurea che oggi è richiesta e l'esame di Stato per l'abilitazione professionale hanno infatti lo scopo di fornire agli aspiranti reporter una conoscenza culturale dei fatti ed una sana coscienza deontologica ( ricordati di guardare sul GLOSSARIO).
  • Un buon giornalista non deve mai dimenticare che quello che scrive ha 'il potere di condizionare' l'opinione delle persone ('quarto potere').
  • Un buon giornalista non viola mai il patto di fiducia che esiste con i lettori.

DEONTOLOGIA

  • Per garantire l'imparzialità e l'obiettività dell'attività giornalistica sono state scritte alcune regole (norme) di riferimento.
  • Queste regole costituiscono la deontologia professionale a cui ogni buon giornalista deve attenersi nello svolgimento della sua professione.
  • Le regole deontologiche sono numerose e sempre in corso di aggiornamento.

DIRITTI E DOVERI

  • Data la particolarità del servizio fornito l'attività giornalistica non è regolata solo dalle leggi professionali. Nel nostro Paese (perché ogni stato ha le sue regole) la sua esistenza è prevista, tutelata e limitata: dalla Costituzione italiana, dal nostro Codice civile, dal nostro Codice penale, dalle direttive del Consiglio Europeo, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
  • Senza entrare troppo nel dettaglio diciamo che:
  1. è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica, ma sempre nei limiti imposti dal rispetto della personalità altrui.
  2. è obbligo del giornalista rammentare i doveri imposti dalla buona fede e dal rispetto della realtà in fase di resoconto, attenendosi inoltre all'osservanza della verità sostanziale dei fatti.

LE CARTE

  • Se vuoi sapere quali sono le norme ed i doveri a cui un buon giornalista deve attenersi basta leggere le 'Carte dei doveri':
  1. Carta di Treviso (1990 - 1995 - 2006)
  2. Carta dei doveri del giornalista (8 luglio 1993)
  3. Carta informazione e sondaggi (7 aprile 1995)
  4. Carta dei doveri del giornalista radiotelevisivo (14 aprile 1998)
  5. Codice deontologico (3 agosto 1998)
  6. Carta dei doveri dell'informazione economica (2005)

A queste si aggiungano:

  • Carta deontologica sull’informazione bio-medica (proposta nel 2006)
  • Comitato nazionale per la correttezza e la lealtà
  • Codice sul Trattamento dei dati personali (gennaio 2004), un 'testo unico' che riunisce in se tutte le leggi, i decreti e quant'altro sia stato scritto per tutelare la Privacy.

IL CASO
dal 'New York Times'

  • Il quotidiano statunitense, nato a New York a metà Ottocento e legato ad una forte immagine di credibilità giornalistica, lo scorso anno ha licenziato un giornalista, Jayson Blair, che aveva firmato numerosi e importanti articoli, alcuni anche sui reduci dalla guerra in Afghanistan, inventato e realizzato da casa.
  • Aveva copiato e riassemblato pezzi ripresi da altri giornali oppure aveva inventato parti di sana pianta, studiando il materiale fotografico che era stato realizzato per il giornale. Insomma Jayson Blair si era reso responsabile di plagio, perché aveva reso parzialmente credibili i suoi servizi, senza muoversi e senza nemmeno intervistare le persone di cui parlava negli articoli.
  • Naturalmente aveva mentito anche sulla data che apriva i suoi servizi, cioè la città da cui diceva di scrivere, perché in realtà stava sempre a casa sua. Il “New York Times” ha affidato ad un gruppo di giornalisti il compito di svolgere una inchiesta sugli articoli di Blair per verificare fino a che punto fossero stati copiati e rappresentassero un plagio.
  • Il risultato di questa inchiesta è stato pubblicato in prima pagina l’11 maggio del 2003, con un fondo che dichiarava quanto il plagio (vedi dizionario) rappresentasse un tradimento della fiducia che i lettori devono avere per il proprio giornale.

L'OSSESSIONE DEI FATTI EVENTO

  • Perché succedono queste cose? Come scrisse Umberto Eco già negli anni Settanta e poi negli anni Ottanta le notizie sono sempre più dei fatti evento.
  • Cosa significa questo? Che per conquistare uno spazio nei media sovraffollati si trasformano le notizie in fatti eccezionali, sempre più gonfiati, artefatti, altrimenti non vengono pubblicate.
  • Il giornalista oggi deve affinare le sue capacità per comprendere come e quanto le notizie siano gonfiate o inventate per essere poi pubblicate.
  • Il lettore odierno è stato abituato ad una attesa spasmodica del “mostro in prima pagina”, cioè si direbbe del fatto eccezionale. Abituato all'immediatezza ed alla spettacolarità della televisione il lettore-spettatore ha acquisito un vizio, quello dell’angolatura sempre sorprendente delle notizie, quelle visivamente più scoccanti. Per questo è diventato necessario leggere i fatti in modo critico, cioè confrontarli su più giornali.

Per dare un'occhiata alle 'Carte deontologiche' va anche sul sito dei PICCOLI GIORNALISTI.

Vedi anche: 'I dossier di Tabloid', supplemento al n°5, maggio 2004, a cura di Paola Pastacaldi.

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Se non hai capito qualcosa, vuoi qualche informazione, hai delle proposte di argomento da affrontare mandami una e-mail a lapulcemikaela@gmail.com

PERCHE' LEGGERE UN GIORNALE?

  • Il motivo per leggere un giornale dipende naturalmente dal tipo di giornale, oppure dal tipo di rubrica all'interno dello stesso giornale, a cui il lettore dedica il suo tempo.
  • Per avere un esempio pratico si potrebbe pensare a uno che legge un quotidiano di sport e a un altro che legge una testata di seria informazione politica.

- il motivo del primo per prendere in mano il giornale sarà quello di poterne parlare con i suoi amici;
- il sentimento che spinge l'altro a leggere può essere un impegno socio-politico.

  • In entrambi i casi però il motivo di base è l'esigenza dell'informazione.
  • La maggior parte del pubblico si aspetta da un giornale, oltre alla diffusione di informazioni quotidiane, anche la capacità di scoprire delle realtà nascoste, cioè di svelare dei segreti.
  • L'attività principale del giornalista è infatti quella di essere ' sentinella della comunità', di riferire tutto ciò che accade per permettere ai cittadini di sviluppare un loro senso critico, in modo che stabiliscano quello che gli piace, quello che non gli piace e come comportarsi per cambiare le cose.

A COSA SERVE

  • Un giornale ha il compito di informare, di divertire e distrarre, ma ha anche una funzione sociale, cioè offre ogni giorno argomenti per scambi e conversazioni.
  • Le discussioni e i discorsi quotidiani sono infatti influenzati dalle informazioni trasmesse dai giornali.

LA LETTURA

  • La lettura di un giornale si distingue dalla lettura o visione dei prodotti di altri canali dell'informazione (TV e Radio).
  • Le dimensioni degli articoli variano a seconda del soggetto trattato, dell'importanza dell'argomento, dalla necessità di colpire l'attenzione del lettore.
  • Teoricamente più un articolo è lungo più è ricco: quindi gli articoli più lunghi sono dedicati ad argomenti di una certa rilevanza che necessitano di approfondimento.
  • E' vero anche che un articolo, proprio perché breve, viene letto tutto d'un fiato, mentre se è troppo lungo viene letto saltando qua e là.
  • In realtà, breve o lungo che sia, un articolo viene letto tutto, lentamente e con senso critico solo se è molto interessante.
  • Comunque sia quando si scrive bisogna ricordarsi che il lettore non interrompe mai la lettura di un articolo per poi riprenderla.
  • Quindi la ricezione dell'informazione contenuta nell'articolo si svolge in un arco di tempo limitato: quello che il lettore può, decide, riesce a dedicare alla lettura dell'articolo.Se poi si considera la periodicità dell'informazione offerta dai quotidiani, ci si rende conto che il lettore viene ogni giorno confrontato, per non dire 'bombardato', da una quantità di notizie non indifferente.
  • Ciò non favorisce una lettura lenta e approfondita, e quindi lo stesso articolo non viene letto quasi mai più di una volta.

IL TEMPO DI LETTURA

  • Il tempo di lettura, cioè il tempo di cui il lettore ha bisogno per leggere un intero articolo, è un fattore di grande rilievo per un giornale.
  • La quantità dell'informazione induce il pubblico a leggere piuttosto in fretta e a non voler essere troppo impegnato da un articolo.
  • Perciò il giornale deve assicurare che la lettura non richieda troppo tempo se vuole attirare il più grande numero possibile di lettori.

QUESTIONE DI STILE

  • C'è un forte legame tra lo stile linguistico dell'articolo e il tempo di lettura impiegato dal lettore.
  • Se le frasi sono composte da molte proposizioni e subordinate il tempo aumenta.
  • Uno stile paratattico invece diminuisce l'impegno del lettore.
  • Anche una maggiore coesione all'interno dell'articolo, realizzata per esempio attraverso la ripetizione delle parole chiave, favorisce una comprensione più rapida.
  • Di conseguenza la scelta lessicale dei giornalisti spesso è caratterizzata dall'uso di parole brevi e di uso comune, e anche la sintassi non di rado è oggetto di semplificazioni.
  • Questi periodi brevi e di stile telegrafico sono densi di informazione, ma contengono anche delle generalizzazioni e delle imprecisioni che favoriscono delle deduzioni da parte del lettore, che sfumano la realtà. Una tecnica che alcuni giornalisti usano per indurre il lettore a determinate conclusioni.
  • Infatti se mancano delle informazione tocca al lettore riempire questi "buchi semantici", e alla fine l'evento di cui ha parlato l'articolo viene parzialmente ricostruito dal lettore stesso.

COMUNICAZIONE A SENSO UNICO

  • La stampa, come ogni altro mezzo di informazione di massa, stabilisce una forma di comunicazione definita 'a senso unico', in quanto l'emittente, cioè colui che dà informazioni, è sempre lo stesso: il giornale.
  • Non si ha insomma quella forma di comunicazione ideale che si insatura tra due persone quando si scambiano reciprocamente il ruolo di emittente e di ricevente. La stampa infatti rende fissi i due ruoli: il giornale trasmette informazioni, il lettore li riceve.
  • Ma un piccolo spazio d'intervento esiste in quasi tutti i quotidiani anche per il lettore. Si tratta delle lettere inviate dai lettori ai giornali per esprimere il loro parere sui fatti d' attualità o su ciò che viene pubblicato. E' ovviamente di uno spazio molto limitato.
  • Non tutte le lettere vengono pubblicate: nella redazione di ogni giornale, infatti, si selezionano quelle che dovranno apparire, mentre le altre vengono "cestinate" (eliminate cioè come le carte inutili che finiscono nel cestino).
  • A volte a qualcuna di queste lettere segue una risposta data dal direttore del giornale o dalla redazione, o da qualche giornalista o da una personalità chiamata in causa dall'autore di quella data lettera. Si stabilisce così una breve comunicazione a doppio senso: dal lettore al giornale e dal giornale al lettore.

Vedi anche: 'I dossier di Tabloid', supplemento al n°5, maggio 2004, a cura di Paola Pastacaldi.

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IL MONDO DEL GIORNALISMO


  • Il giornalismo è la professione di chi, operando nel mondo dell'editoria, è specializzato nella raccolta, nell'elaborazione e nella trasmissione di notizie.
  • Chi opera nel giornalismo rende noto ciò che accade nel mondo.
  • Per fare questo i giornalisti e gli operatori del settore si avvalgono dei mezzi di comunicazione, detti di massa (mass media) perché si rivolgono ad un pubblico indistinto.

I CANALI DELL'INFORMAZIONE

  • I mezzi di informazione sono:
  1. i giornali
  2. la radio
  3. la televisione
  4. internet

LA PROFESSIONE

  • Le figure professionali che ruotano intorno a questa attività sono:
  1. il giornalista
  2. il tipografo
  3. il fotoreporter
  4. il tele-operatore (giornalismo televisivo)
  5. il tecnico del suono (giornalismo radiofonico)
  6. l' addetto al montaggio dei servizi giornalistici (giornalismo radiofonico e televisivo)
  • In generale quella del giornalista è la professione di chi svolge un'attività retribuita presso o per
  1. testate giornalistiche (giornali)
  2. uffici stampa
  3. agenzie di stampa
  4. emittenti radiofoniche
  5. emittenti televisive
  • Che cosa scrive un giornalista?
  1. articoli
  2. inchieste
  3. rubriche
  4. sondaggi
  5. interviste
  6. reportage
  7. articoli di fondo
  8. lanci d'agenzia
  9. resoconti
  10. comunicati stampa

LA FIGURA DEL GIORNALISTA

  • Il giornalista è colui che per professione collabora alla 'redazione' di un giornale o di un prodotto giornalistico.
  • L'Ordine dei giornalisti italiani (Odg), in base al 'tipo' di iscrizione all’Albo professionale, prevede le seguenti figure:
  1. Il giornalista professionista, che svolge è stato abilitato alla professione dal superamento dell'esame di Stato e che la esercita in modo esclusivo e continuativo.
  2. Il giornalista pubblicista, che scrive pur esercitando altre professioni o impieghi.
  3. I giornalisti praticanti sono coloro che, dopo un periodo di apprendistato di 18 mesi in un’azienda editoriale, sono ammessi a sostenere l’esame di Stato per diventare professionisti.
  4. Il giornalista free-lance è, invece, un collaboratore esterno che pratica l’attività giornalistica in modo autonomo ed indipendente.
  5. il redattore web, che si occupa dei contenuti dei siti internet, siano essi di news o specialistici.
  6. Nell'albo dei giornalisti sono presenti anche gli elenchi speciali, in cui vengono iscritti i giornalisti di nazionalità straniera e coloro che, pur non esercitando l'attività di giornalista, assumano la qualifica di direttore responsabile di periodici o riviste a carattere tecnico, professionale o scientifico, esclusi quelli sportivi e cinematografici.

RUOLI DIVERSI

  • Un giornalista può coprire all'interno di una redazione ruoli diversi a seconda dei compiti che svolge:
  1. cronista - stila un resoconto, ovvero narra i fatti senza un impegno di analisi e di interpretazione;
  2. redattore - lavora all'interno di una redazione senza alcun compito organizzativo (lavoro di desk);
  3. inviato - incaricato di seguire sul posto un avvenimento importante;
  4. reporter - lavora al di fuori della redazione;
  5. opinionista - delegato ad esprimere il parere della testata sul fatto politico, sociale, economico più rilevante del giorno (fondo/editoriale e taglio basso);
  6. web-writer - cronista in rete;
  7. web-editor - redattore multimediale che cura gli ipertesti di siti Internet.

TANTI ARGOMENTI

  • Un giornalista può occuparsi, all'interno della sua professione, dei più svariati argomenti:
  1. cronaca bianca: che si occupa prevalentemente di ciò che accade in ambito politico-sociale e spesso riempie le pagine dell'informazione locale
  2. cronaca nera: che riferisce su episodi criminali o che hanno comunque uno svolgimento o una conclusione nefasti, quali furti, rapine, delitti, sequestri di persona, incidenti (sul lavoro o stradali), terremoti, alluvioni, etc.
  3. cronaca rosa (equivalente dell'anglosassone gossip): che ha come protagonisti personaggi dello spettacolo o del jet set, incluse teste coronate e personalità dell'arte e della cultura degne di una qualche notorietà. Un tipo di informazione spesso a carattere scandalistico, che si occupa di amori, matrimoni, divorzi e varie vicende personali dei personaggi celebri.
  4. cronaca giudiziaria: in gergo giornalistico detta 'gialla' - tipo di cronaca che informa i cittadini sui processi in corso, sulle sentenze dei tribunali [civili, penali, amministrativi regionali – detti T.A.R.- corti di appello e della Corte di Cassazione] sugli appelli, sulle condanne e sulle assoluzioni.
  5. cronaca politica: che riporta - servendosi delle dichiarazioni di leader ed esponenti politici - i resoconti parlamentari e l'attività dei governi. Figura tradizionale di questo settore è quella del notista politico, che redige quotidianamente articoli destinati ad un pastone raccolto usualmente nelle prime pagine dei quotidiani
  6. cronaca internazionale: comprende genericamente notizie provenienti dalle più svariate parti del mondo. Confrontando gli usi e le abitudini dei vari popoli, può sconfinare nella cronaca di costume
  7. cronaca degli spettacoli e delle arti: che si occupa degli eventi - nazionali ed internazionali - dei rispettivi ambiti
  8. cronaca scientifica: che rende conto di ogni scoperta nel campo delle innovazioni scientifiche, anche riguardo alla salute dell'uomo o alla scoperta di nuovi territori.
  9. cronaca sportiva: riporta e commenta i risultati degli sport più importanti, in relazione alla vocazione del giornale. Oltre alle testate specialistiche, ogni quotidiano ha normalmente una sezione sportiva.
  10. cronaca economica e finanziaria: anticipa le strategie delle maggiori imprese pubbliche e private, italiane ed estere, riporta l'andamento dei principali indicatori della borsa di Milano e delle primarie borse europee, americane e asiatiche, pubblica interviste ai protagonisti dell'economia, segue le principali azioni di politica economica pubblica (manovre economiche, Dpef (Documento di programmazione economico - finanziaria), legge finanziaria e bilancio statale, ecc.), riporta le principali riunioni del CdA (Consiglio di Amministrazione) e degli azionisti in merito ai dividendi azionari o alle strategie di imprese quotate, etc.

Vedi anche: 'I dossier di Tabloid', supplemento al n°5, maggio 2004, a cura di Paola Pastacaldi.


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